Poesie Fuori commercio
Giovanni Pascoli

Poesie

con note di Luigi Pietrobono. Seconda edizione riveduta e corretta

Seconda edizione

A cura di Luigi Pietrobono
  • 1921
  • Note: In 16°, pp. XIV-318. "(...) Giacché fra breve si deve iniziare una nuova edizione del Pascoli col mio commento, amerei molto aggiungere qualche altra poesia. "Il ciocco", per esempio, che a molti è dispiaciuto di non trovarci. Cercherò di non accrescere di troppo la mole del libro; e si potrà ottenere l'intento, sia pure togliendone due o tre di quelle che vi sono comprese.": LUIGI PIETROBONO a OLIVIERO FRANCHI, Alatri, 3 aprile 1920. -"Bisognerà che Lei abbia un po' di pazienza. Da qualche mese son caduto, non so come, in un esaurimento nervoso, per il quale i medici mi proibiscono ogni lavoro mentale, se voglio guarir subito. Già mi sento meglio e potrei forse ripigliare la revisione, incominciata già, del mio commento; ma se proprio non è urgentissimo, preferirei di aspettare ancora un poco avanti di rimettermi al lavoro. - Nella seconda edizione, se Lei non ha difficoltà, aggiungerei poche poesie quali "La Poesia" ("Canti di Castelvecchio", p. 5), "L'alba" ("Primi Poemetti", p. 5), "La siepe" (id., pp. 131-133), "Il Pittiere" ("Nuovi Poemetti", pp. 5-7). - Nel caso affermativo, Ella può ordinare la stampa del testo, e mandarmela, perché trascriva le note nel margine".: LUIGI PIETROBONO a OLIVIERO FRANCHI, Roma, Collegio Nazzareno, 27 maggio 1920. - Per la fine di giugno Ella avrà l'originale corretto. Ma prima di decidersi per una ristampa pura e semplice, o per una seconda edizione accresciuta e corretta, deve sapere che la signorina Maria Pascoli ha dato il suo consenso all'On. Luigi Siciliani per il commento a ogni volume del Poeta, integralmente. Il lavoro lo divideremmo tra studiosi e ammiratori del Pascoli. Ma Lei consente? e consentirà il Giusti per le "Myricae"? Nel caso si procedesse all'opera di commentare 'tutte' le poesie, sarebbe superfluo aggiungere ora altri canti alla scelta fatta da me. Quel libro potrebbe rimanere com'è, salvo correzioni e qualche breve nota da aggiungere e qualche altra da togliere. Ma nel caso che per il prezzo della carta né Lei né il Giusti si sentissero di accogliere la nostra proposta, allora converrebbe introdurre nel volume le modificazioni che Le accennai nell'altra mia. - Quanto poi all'originale definitivo che Lei domanda, Le confesso che accondiscendo molto a malincuore, ma non al segno però di rinunziare a correggere perfino gli sbagli di stampa. Non farò correzioni di parole e di frasi; ma dove lo stampatore ha letto male (e accade spesso), avrò il diritto di correggere, senza dubbio. Una ristampa 'tale e quale', non è possibile, perché qualche nota va necessariamente corretta.": id., Roma, 31 maggio 1920. - "leri ho spedito in pacco raccomandato due copie delle "Poesie di G. Pascoli" con le aggiunte e correzioni, che ho creduto più necessarie. In una copia sono le correzioni delle Pagine che sono nel retto, e l'ho contrassegnato con il numero I sulla copertina; in un'altra, contrassegnata con numero II, sono le correzioni che cadono nel verso della pagina. Spero di essere stato diligente, preciso e chiaro. (...). - Riflettendo che saranno stampati tutti i volumi con brevi note, mi sono astenuto dall'aggiungere alla mia raccolta altre poesie. - Alla prefazione aggiungo solo le poche parole, che Ella trova nel foglio accluso, con la preghiera a Lei di segnare, prima di consegnarlo allo stampatore, il numero delle copie vendute, in tutte lettere.": id. (Roma, 4 luglio 1920). - "Se nell'aggiunta alla prefazione delle "Poesie del Pascoli", annotate da me, non può mettere il numero delle copie vendute, poco male: sopprima quell'inciso, e il discorso tornerà lo stesso.": id., Alatri, 24 luglio 1920. "Vengo da Roma, dove alla Regina Margherita e al 'Lyceum' ho parlato del Pascoli, leggendo e commentando liriche e poemi. Si capisce che mi sono trovato col Pietrobono, che era al 'Lyceum' tra gli uditori. Avendogli accennato a punti da chiarire e correggere nel suo volume, ho saputo che di esso è stata fatta la 2ª edizione. Voglia, di grazia, farmela spedire, per regolarmi, nelle comunicazioni da fare al Pietrobono (...)": GIUSEPPE LESCA a OLIVIERO FRANCHI, Firenze, 30 maggio 1922.