Letture del Risorgimento italiano, scelte e ordinate (1749-1870) Fuori commercio
Giosue Carducci Nobel

Letture del Risorgimento italiano, scelte e ordinate (1749-1870)

Volume II: 1831-1870

  • 1897
  • Note: In 16°, pp. VII-554. Volume I, 1896; Volume II, 1897. "Per la prima serie di queste Letture, il dottor Giuseppe Lisio tradusse ciò che Santorre Santarosa lasciò scritto in francese e ciò che del Santarosa scrisse Vittorio Cousin. Nella seconda serie, per la geografia militare e politica della penisola da un capitolo delle "Campagnes d'Italie" di Napoleone Bonaparte mi valsi d'una traduzione del colonnello Francesco Sclavo. In tutte e due le serie, per la scelta, per la revisione, per la traduzione d'ogni altro che vi occorra originalmente francese, mi aiutò l'opera illuminata e amorevole del dottor Alberto Bacchi della Lega. Gli ringrazio: e anche ringrazio fin d'ora quei discreti che volessero sovvenirmi di consigli e suggerimenti, d'emende e aggiunte, per una possibile seconda edizione. - Intorno questa prima ho lavorato due anni con grande soddisfazione dell'animo. Alcuno, forse benevolo, si compianse, come d'un segno dello scadimento dei tempi e dell'oscuramento degl'ingegni, di questo attendere d'un poeta a scelte di storia. Grazie. Troppi versi ho io fatto, e troppo poco ne sono contento: vorrei avere adoperato meglio il mio tempo, e tutta la gloriola, se pur gloriola v'ha, del mettere insieme sillabe e rime abbandono volentieri per le ore di sollevamento morale e di umano perfezionamento che procura ai bennati la rivelazione di un'anima grande, la narrazione di un fatto sublime, l'esposizione di pensieri superiori al senso e all'immediatezza utile e pratica. Niente è sì esteticamente bello come la devozione e il sacrifizio d'un uomo alla libertà alla patria a un'idea: niun dramma parve a me sì commovente come il delirio di Camillo Cavour moribondo, niuna epopea sì vera e splendente come le battaglie di Calatafimi e Palermo, niuna lirica sì alta come il supplizio di Giuseppe Andreoli, di Tito Speri, di Pier Fortunato Calvi. Con tali sensi mettendo insieme queste Letture mi sentivo anche rivivere in tempi migliori; e non pensai in principio o solo alle scuole, pensai a tutte le famiglie italiane, a tutta la gioventù della patria. Ma, dico vero, fui tócco di dolce gratitudine, e parvemi la migliore approvazione del mio concetto (il premio alla fatica l'ebbi da me stesso e in me stesso), quando il ministro dell'istruzione pubblica Guido Baccelli presentò e raccomandò alle Scuole il mio libro. (...)": GIOSUE CARDUCCI, Bologna, 20 settembre 1896.