La vita e il libro Fuori commercio
Giuseppe Antonio Borgese

La vita e il libro

Serie III

  • 1928
  • Note: In 8°, pp. 416. Serie prima, 1923; Serie seconda e terza, 1928. Contiene: "I. La crisi ideale (1. A proposito di Renan - 2. La Profezia di Sorel - 3. Kipling e un suo critico - 4. 'Jean-Christophe' - 5. Un evangelista di Tolstoi - 6. Una papessa - 7. Tedeschi d'oggi - 8. L'epistolario di Carducci). - II. Poeti nostri (1. Dante, Pascoli e D'Annunzio - 2. 'Paulo Ucello' - 3. Mario Rapisardi - 4. Poeti prosaici). - III. Narratori (1. Le fiabe della Virtù - 2. L'Osteria delle tre Gore - 3. Tra Oriani e Fogazzaro - 4. Eterne Leggi - 5. Il Superstite - 6. La Grazia - 7. Una scolara di Verga - 8. Novelle di Luigi Capuana - 9. Un romanzo di Annie Vivanti - 10. "La Paura di amare" - 11. "La Vagabonda" - 12. "L'Amante serva"). - IV. Dal passato (1. Stendhal inedito - 2. Un romanzo inedito di Balzac - 3. L'impeccabile - 4. Hebbel e la "Giuditta" - 5. La fuga di Casanova - 6. Una lama ambigua). - V. Croce e Vico, Croce e i 'giovani' (1. G. B. Vico in un libro di B. Croce - 2. Apologia - 3. Il dramma dialettico di Vico - 4. Intermezzo psicologico - 5. Filosofia e storia della filosofia - 6. Croce storico - 7. Croce e D'Annunzio - 8. Croce e i e giovani - 9. Postilla). - VI. Conclusione (1. "Il Mantellaccio" di Sem Benelli - 2. D'Annunzio coronato e velato - 3. Idee e forme di Giovanni Pascoli - 4. Congedo)". Dal Congedo: "(...) Certo è (s'io non erro, giudicando da' miei desideri) che l'ufficio della critica militante è, per ora, finito. La nuova letteratura o, non è nata o non ancora si manifesta alla critica, che di sua natura è lenta; la vecchia è morta, né soltanto per metafora. Ché in pochi anni sparirono fuori d'Italia Ibsen, Björnson, Tolstoi e Swinburne e Meredith; e in Italia sparirono Rovetta e Butti, Oriani e Dossi, De Amicis e Rapisardi, Giacosa e Fogazzaro, Carducci e Pascoli. Una critica militante, che si distilla il cervello per ideare intorno a libri senza idee e insuperbisce sui mediocri confessi, finisce per consumar se stessa come un mulino senza grano e per divenir più piccola della piccola letteratura contro cui vanamente s'accanisce. - Vi sono più belli e utili libri da leggere. V'è da proseguire, ciascuno per vie sue più solitarie e consolatrici. V'è anche (se vogliamo restare alla critica) una critica che si compiace delle opere, antiche e moderne, da ammirare ed intendere, anziché delle opere recentissime da giudicare: ed è critica che chiamerei contemplante e meditativa in contrasto quasi scherzevole con la polemica e militante. Ché polemizzare non si può tutta la vita senza divenire barbari, come quelle tribù che vivono di guerra. Quel che v'era di buono nella nostra opera comune, o amici, darà i suoi frutti; e già qualcuno possiamo coglierlo noi stessi, che sentiamo di parlare a lettori più 'humani' o più 'europaei' che non fossero quelli cui si rivolgevano il Camerini o il Panzacchi. Ma è tempo di lavorare ad opera meno efimera. E però alla vostra benevolenza, o amici che mi foste accanto in una fatica non sempre lieta, e non ai posteri io raccomando quest'opera mia: che iniziai con grande passione e proseguii -se non è temeraria vanteria- con studio coscienzioso e paziente: ma che ora lascio volenteroso, quasi crollando le spalle per sentirle ben libere da un peso che m'avrebbe fatto gravoso il mio nuovo cammino.": G. A. BORGESE.