LA LETTURA Antologia per la scuola media Fuori commercio
Italo Calvino Giambattista Salinari

LA LETTURA Antologia per la scuola media

Antologia per la scuola media

Prima edizione

  • 1969
  • Note: Con la collaborazione di Maria D'Angiolini, Melina Insolera, Mietta Penati, Isa Violante. Grafica di Duilio Leonardi. Nota dell'Editore: "Questa nuova antologia è nata dall'incontro e dalla collaborazione tra uno scrittore, uno studioso di storia letteraria già assai noto per la sua attività nel campo scolastico e un gruppo di insegnanti che da anni si dedicano con appassionato interesse ai problemi della didattica dell'italiano nella nuova scuola media. Toccherà ad altri, e cioè ai Professori che useranno il libro, valutare i risultati di questo incontro e di questa collaborazione. A noi importa qui soltanto esporre alcuni dei criteri generali che hanno guidato gli Autori nel concepire e nel realizzare questa antologia. 1. Innanzitutto, com'è ordinata la materia? Recenti consuetudini hanno fatto dell'antologia per la scuola media una sorta di enciclopedia del sapere in pillole, pronta a mescolare Manzoni e Gagarin, Gianni Brera e Melville. Nell'aspirazione a tenere il passo degli argomenti culturali di moda, si è così perso uno degli scopi primari, se non il fondamentale, di una antologia letteraria: quello di insegnare a leggere e a scrivere, trattandosi pur sempre di un libro di italiano. Naturalmente, sarebbe del tutto vano tornare alle 'crestomazie' e ai 'fior da fiore' di sapore ottocentesco, e rinunciare a presentare ai ragazzi, in omaggio al culto della bella pagina, quelli che sono i problemi fondamentali della civiltà contemporanea: la guerra e la pace, la fame, gli strumenti di comunicazione di massa e così via. Ma c'è un modo - così almeno è parso a chi ha ideato questa antologia - per uscire da un simile vicolo cieco. Innanzitutto, si è pensato che l'oggetto primo di questo tipo di libro non potesse essere altro che il linguaggio, nelle sue varie manifestazioni e nei suoi diversi modi di utilizzazione. Questo non significa riportare in vita, con voluta civetteria, la vecchia teoria dei generi letterari, ma riconoscere e mostrare che esistono diversi usi del linguaggio: dalla composizione poetica al romanzo; dalla descrizione obiettiva di un fatto o di un oggetto alla lettera o al pezzo di teatro, che assume tutto il suo significato nella rap-presentazione; dalla letteratura di evasione, di divertimento, a quella che si propone invece di descrivere, insegnare, sostenere una tesi. Sebbene siano presentati talvolta indirettamente, come esempi di un modo specifico di utilizzazione del linguaggio, i grandi terni, gli aspetti, i problemi della nostra cultura e della nostra vita quotidiana non sono assenti dall'antologia. Va sottolineato a questo punto che gli Autori, nel proporre i temi più specificamente culturali, non si sono limitati a fornire alcune indicazioni generiche o disorganiche, o a presentare piacevoli curiosità. Hanno cercato di raccogliere le letture intorno ad alcuni importanti nodi culturali, nell'intento di suscitare una problematica e di stimolare i lettori a prendere criticamente cognizione del proprio tempo. All'antologia, pure in questa varietà e vivacità di contenuti, si è restituito tuttavia il carattere fondamentale linguistico-letterario, che non può non essere una sua prero-gativa fondamentale. Peraltro, non essendo quello scritto l'unico tipo possibile di linguaggio, si è ritenuto opportuno presentare criticamente ai ragazzi, nel terzo volume, anche altre moderne forme di espressione, come il cinema, il teatro e i fumetti. 2. La scelta. Gli Insegnanti abituati a maneggiare questo strumento non tarderanno ad accorgersi della sostanziale novità delle scelte qui contenute. Occorre però precisare che gli Autori della scelta hanno esplicitamente respinto uno dei possibili modi di innovare in questo campo: quello che consiste nello scegliere passi dall'ultimo libro venuto di moda, di cui parlano i giornali, che riceve i premi letterari e così via. La modernità e l'interesse di un'opera non sempre hanno qualcosa a che vedere con la sua data di nascita. Per questo, si è pensato di rinunciare a quanto di stantio c'è nella tradizione, ma senza gettar via, con l'acqua del bagno, il bambino, e cioè senza lasciarsi prender troppo dall'entusiasmo. Al contrario, si è visto che nella nostra tradizione letteraria esistono autori e opere ingiustamente trascurati, e quindi da riscoprire, almeno per quanto riguarda la loro utilizzazione scolastica. Quanto agli autori contemporanei, italiani e stranieri, che compaiono forse per la prima volta in un'antologia scolastica, l'elenco sarebbe troppo lungo: basti ricordare qui i nomi di Sklovskij, Alain, Saki, Ponge, Sillitoe, Brignetti; degli scrittori di fantascienza, dei numerosi storici, viaggiatori, 'saggisti'. Una cosa ancora va segnalata, perché costituisce uno dei criteri fondamentali dell'antologia. Si è voluto fare soprattutto un'antologia divertente, che rappresentasse agli occhi dei ragazzi il piacere del leggere. Da qui la ricca scelta di racconti d'avventura e di fantascienza, di racconti umoristici. Come il lettore potrà notare, nel presentare i diversi passi scelti si è cercato di seguire una via mediana capace di contemperare due esigenze: quella di una lettura indipendente dei singoli passi e quella invece di una lettura non rapsodica ma organicamente guidata. In quasi tutti i settori dell'antologia i diversi passi sono raccolti e organizzati, per affinità contenutistiche o formali, in modo da sviluppare un discorso unitario. Si è cercato però di evitare che questo fatto assumesse l'aspetto di una sorta di camicia di forza imposta al lettore, perché l'antologia, per sua natura, non è un libro da leggersi tutto di seguito. Per lo meno, esistono diversi modi di utilizzare un'antologia, e si è voluto quindi lasciare agli Insegnanti la possibilità di scegliere tra questi diversi modi, e non imporgliene uno solo. Nella scelta e nella distribuzione del materiale nei tre volumi si è inteso procedere con una gradualità corrispondente alla naturale crescita intellettuale del ragazzo nei tre anni della scuola media. Così, per esempio, il primo volume si apre con alcuni settori (i primi quattro) che potrebbero chiamarsi, tutti insieme, 'Prime letture', e che sono costituiti quasi esclusivamente da passi brevi e facili. Con questa grossa sezione del primo volume si è inteso offrire del materiale sufficiente - speriamo - ad affrontare uno degli ostacoli più grossi per chi insegni in una prima media: quello costituito dal passaggio, spesso assai critico e difficile, dalla scuola elementare ai nuovi metodi e alle nuove esigenze della scuola media. Ma anche in tutto il resto dell'antologia si è rivolta una notevole attenzione al problema di graduare le difficoltà di vario genere che la lettura dei passi può presentare. Non solo: si è cercato anche di fare in modo che ognuno dei tre volumi presentasse una certa varietà di passi relativamente più semplici e più complessi. Un'antologia, come ogni libro scolastico, deve essere utilizzabile da ogni tipo di studente e da ogni tipo di classe. Dicendo questo, si vuol inten-dere che non tutte le prime classi, o le seconde, o le terze, sono uguali tra loro, perché il livello medio di ognuna è diverso e variabile, come diverso e variabile è il rendimento di ogni alunno. Ecco perché in questo l'Insegnante è l'unica persona in grado di giudicare e scegliere. All'antologia non rimane che la ricchezza e la varietà dell'offerta. Ci si è anche sforzati, nei limiti del possibile, di raggiungere un giusto equilibrio tra autori italiani e stranieri e tra prose e poesie, nonché di curare le connessioni con i programmi delle altre materie d'insegnamento: anche qui, non resta che augurarsi che le soluzioni adottate siano gradite agli Insegnanti e si rivelino utili alla prova dei fatti, e cioè nella concreta sperimentazione didattica in classe. Uno degli inconvenienti delle antologie è dato dalla brevità dei passi riportati, che spesso lascia il lettore insoddisfatto. In questa, si è cercato di ovviare all'inconveniente riportando integralmente alcuni racconti lunghi. Questo permette, fra l'altro, di evitare un tipo di lettura volto fondamentalmente a gustare la bella pagina, e di cogliere invece la struttura interna di un racconto. Inoltre, in ognuno dei tre volumi, vengono presentati ai ragazzi uno o due romanzi famosi, attraverso un'ampia scelta inserita in un organico riassunto dell'opera. 3. I commenti. Ogni passo è preceduto o seguito da un breve corsivo che fornisce notizie sull'autore, commenta in maniera concisa il passo, lo collega (dove è utile) ad altre parti dell'antologia. Le note sono numerose senza essere per questo ridondanti. Si è voluto esplicitamente evitare di introdurre in esse commenti di tipo estetico o moralistico. Non si sono invece risparmiate le spiegazioni di parole o frasi difficili, di allusioni, di nomi di persone, luoghi, fatti. Si è fatto in modo di non introdurre nelle note, artificiosamente, nuovi problemi e difficoltà, ma di renderle uno strumento in grado di permettere la comprensione del testo e la lettura individuale da parte del ragazzo. Anche qui, la quantità e le dimensioni delle note sono state graduate dall'inizio del primo alla fine del terzo volume. Alcuni settori dell'antologia sono preceduti o conclusi da un commento di carattere generale che spiega il carattere di questo o quell'uso particolare del linguaggio (le favole e la fiaba, il racconto, il resoconto di viaggio, la narrazione storica e così via). Non si è inteso appesantire l'antologia con un apparato imponente di esercitazioni, ricerche, rubriche, eccetera. L'intervento dei curatori in questo campo ('Esercizi', 'Osservazioni lessicali') è stato volutamente discreto, e di carattere essenzialmente metodologico. Si è inteso cioè fornire alcuni esempi dei tanti e diversi lavori che è possibile compiere su un testo scritto, o partendo da un testo scritto. Gli autori dell'antologia hanno sentito continuamente, nel corso del loro lavoro, il rischio di frapporre con prepotenza se stessi fra gli autori scelti da un lato e gli Insegnanti e gli alunni dall'altro. Nel rispetto di entrambi, essi si sono sforzati di limitare al massimo la propria presenza, di essere discreti e di fornire del materiale in maniera aperta e non dogmatica. 4. Rimane da aggiungere qualcosa sulla distribuzione del lavoro tra i diversi collaboratori. Essa risulta chiaramente dall'indice, e qui ci limiteremo ad alcune indicazioni generali, sottolineando però che l'antologia è nata da un comune lavoro di progettazione e si è fondata su frequenti scambi di opinioni tra i diversi collaboratori. G.B. Salinari ha curato le poesie dei tre volumi. Italo Calvino, con la collaborazione di I. Violante e M. Penati, ha curato i settori che si possono definire come prosa narrativa. M. D'Angiolini e M. Insolera hanno invece curato la prosa saggistica (storia, geografia, problemi contemporanei, ecc.). Comunque, ripetiamo, una più precisa indicazione dei diversi contributi si può trovare nell'indice. L'Editore è molto lieto di poter presentare agli Insegnanti questa nuova antologia, con la quale ritiene di aver offerto alla scuola uno strumento utile e originale." L'EDITORE Nota al terzo Volume: "L'editore e gli autori ringraziano vivamente Dario Fo, Renzo Renzi e Giovanni Gandini per la loro collaborazione relativa, rispettivamente, ai settori dedicati al teatro, al cinema e ai fumetti." "Calvino era Calvino. Arrivò in casa editrice grazie a Giovanni Enriques: un'amicizia torinese*. Giambattista Salinari (fratello del più noto Carlo Salinari - quest'ultimo autore, tra l'altro, negli anni Settanta, di una fortunata antologia di Laterza per il triennio) era uno stimatissimo preside di Roma con un incarico universitario, autore per Zanichelli, al tramonto della vecchia scuola media, di fortunati commenti alle traduzioni omeriche di Ettore Romagnoli. La lavorazione non fu facile. C'erano due giocatori di classe, ma non ancora la squadra. La squadra si allargò a quattro docenti: Mietta Penati e Isa Violante, introdotte da Calvino, che avevano insegnato all'umanitaria di Milano, e Maria d'Angiolini e Melina Insolera, già collaboratrici della casa editrice**. Ebbe gran merito nel successo (poiché successo fu, come vedremo) Gianni Sofri, allenatore e giocatore, suggeritore, punta e mediano di spinta***. Calvino, oltre a concordare l'intero progetto****, le scelte letterarie e a rivedere le annotazioni alle poesie, curò per intero personalmente alcune sezioni, documentando con estrema finezza l'uso della letteratura come descrizione di cose e operazioni (da "Fare un fuoco", ai "49 racconti" di Hemingway, alla descrizione dell'uovo di Ponge, un autore introdotto in Italia per la prima volta in questa antologia)*****. Che cosa è il teatro: lo spiegava un «pezzo» di Dario Fo, scritto appositamente per l'opera. Formato 17(*)24, un colore, a parte gli inserti. Per varie, intuibili ragioni La lettura è uno dei libri scolastici più famosi della Zanichelli, oggetto di studi e di tesi di laurea. Marco Tullio Giordana, ne "La meglio gioventù", lo mette nelle mani della madre, professoressa, che con atto simbolico, nel momento di abbandonare la scuola, lo chiude e lo ripone nel cassetto. Ma come andò al botteghino, per usare un'espressione cinematografica? Grande successo immediato, più di 40.000 copie il primo anno, 60.000 il secondo. Successo non molto duraturo******. Fu criticata un'impostazione che a quei tempi appariva eccessivamente letteraria, poco sociologica: si aggiunse un'apposita sezione in una seconda edizione. Ma furono rimedi che allungarono di poco la vita dell'opera*******. In realtà la scuola italiana non era forse matura per un'impostazione basata sugli «usi del linguaggio», sul come dire, piuttosto che sul cosa dire. Inoltre Calvino, non volendo auto-includersi nell'antologia, di fatto escluse quasi tutti gli altri scrittori italiani suoi contemporanei. E, forse, vi era una contraddizione: il libro, accolto con entusiasmo da una generazione di docenti sessantottini, si rivelò nelle loro mani uno strumento classico - modernamente, ma un po' freddamente, classico. * Per Calvino fu quasi una forma di tradimento nei confronti di Giulio Einaudi: «Devo lavorare di nascosto perché quando lo sapranno all'Einaudi non so quali fulmini mi attirerò sul capo, e perciò preferisco si sappia il più tardi possibile»; cfr. I. Bezzera Violante, "«La lettura»: Calvino e un'antologia per la scuola media inferiore", in "Calvino e l'editoria", a cura di L. Clerici e B. Falcetto, Milano, Marcos y Marcos, 1993, p. 92. ** Maria d'Angiolini, prematuramente scomparsa, è stata probabilmente la collaboratrice in campo umanistico più in sintonia con Insolera. Ebbe un ruolo importante nell'antologia: di fatto la struttura forte, incentrata sulle funzioni del linguaggio, de "La lettura" fu pensata da lei più ancora che da Sofri. Del resto Calvino scriveva a Bezzera Violante: «In questo lavoro [di] tutta la parte di ideazione pedagogica non posso pretendere di saperne niente né si può pretenderla da me»; cfr. Bezzera Violante, cit. *** Nella seconda edizione dell'opera Sofri compare, sotto pseudonimo, anche come curatore (Sandro Gianneschi). **** Dalle lettere a Bezzera Violante, cit., p. 93, emerge un atteggiamento psicologicamente complesso nei confronti dell'opera: «Da Zanichelli tutto è stato scandito dai tempi stretti della produzione industriale, un tipo di lavoro più anonimo, che andava avanti quasi nostro malgrado, con la macchina che spingeva i nostri movimenti [...] tutto è nato da un'iniziativa editoriale che ha messo insieme persone che non si conoscevano, e condotta con la ferma volontà di far uscire il libro a qualsiasi costo per la data fissata. E in questo bisogna dire che sono stati efficientissimi: nessuna casa editrice, che io sappia, è così efficiente». ***** Scrive Bezzera Violante, cit., p. 88: «;a sezione Osservare e descrivere [...] rappresenta la sintesi dell'ideale calviniano di precisione ed essenzialità [...] Il maestro apre il suo laboratorio e mostra agli apprendisti come usare i ferri del mestiere». ****** I costi industriali dell'opera si mantennero abbastanza squilibrati: il suo costo era del 50% superiore all'antologia di Santoli e Stanghellini, che la precedette nel catalogo. ******* I documenti interni testimoniano di una unità di crisi, chiamata al capezzale dell'opera già quindici mesi dopo la pubblicazione." " FEDERICO ENRIQUES, da "Castelli di carte. Zanichelli 1959-2009: una storia", Bologna, Il Mulino, 2008, pp.160-61.