La canzone di Dante "Tre donne intorno al cor mi son venute" Fuori commercio
Giosue Carducci Nobel

La canzone di Dante "Tre donne intorno al cor mi son venute"

Letta e interpretata nello Studio di Bologna (febbraio e marzo 1904)

  • 1904
  • Note: In 8° grande, pp. VI-46. Edizione di 30 esemplari numerati, con lettera dedicatoria a Cesare Zanichelli. Per le nozze di Luisa Zanichelli con Francesco Mazzoni, XXI Agosto MDCCCCIV. Per le nozze della primogenita di Cesare Zanichelli il Carducci premette al dono di nozze ("La canzone di Dante "Tre donne intorno al cor mi son venute""), una lettera dedicatoria al suo Cesarino che è, oltre che una nobile testimonianza dell'amicizia che legò il poeta all'editore, una delle sue più belle e commosse prose. - "(...) Sono oggimai quarant'anni, o Cesare, ch'io co'l discorso delle "Rime" di Dante posi il piè fermo nel campo dello scrivere italiano; ed ora stanco ne lo ritraggo con questo saggio su la più nobile canzone di Dante: da lui cominciai, con lui finisco. Quanti pensieri, quante speranze, quanti propositi, quanta parte del nostro piccolo mondo, ci si è incalzata sotto gli occhi, ora rapita nell'alto dalle idee, ora sommersa nelle cure, in questo non lungo spazio della vita umana che sono quarant'anni. Speranza e pensiero, e ora dolce proposito di vita, a te la figliuola primogenita tua: con la quale mi è caro a ricordare che nacque e crebbe e fiorì in atto la divisata stampa delle così dette opere mie di letteratura. Crescevano i volumi della stampa, crescevano gli anni della Luisa: quelli già esuberanti del rigoglio giovanile accennano ora a posare e a declinare; questi di florida maturità si rallegrano e prosperano. E così duri ella e séguiti fiorendo lunga stagione in compagnia dell'uomo degno, dottore Francesco Mazzoni, a cui tu hai commesso la sua gioventù. E a te in lei e da lei sia dato raccogliere i premi della modesta operosa bene spesa tua vita: dalla quale io come ebbi molte prove di amicizia così ti voglio lasciare un segno di gratitudine in queste carte, che dal soggetto almeno tengono un abito gentile, che te le farà, spero, esser care.": GIOSUE CARDUCCI, Madesimo su lo Spluga, 14 agosto 1094. "È uno spettacolo consolante questo di un grande scrittore che alla vigilia di congedarsi dal mondo sente il bisogno di lasciare un segno di gratitudine al suo editore per le molte prove di amicizia avute da lui.": GIUSEPPE CHIARINI, 12 luglio 1904. Due lettere di Cesare Zanichelli al Carducci: "La sua lettera di jeri l'altro mi commuove. Ella prende parte alla nostra festa come noi non potevamo in alcun modo neppur lontanamente pensare. Le rinnovo i miei ringraziamenti e quelli di tutta la mia famiglia. Attendo la pagina da premettere all'opuscolo nuziale." (12 luglio 1904) - "La Sua lettera mi dà la più grande delle soddisfazioni che ho avute nella vita e nel leggerla ho provato pure una grande stretta al cuore. No, professore, questo che Ella mi dà per le nozze della mia primogenita non deve essere e non sarà l'ultimo Suo scritto. Dalla pubblicazione delle "Rime" di Dante sono corsi quarant'anni, ma tanta gloria è venuta all'Italia dall'opera di Lei. lo ho assistito dalla mia giovinezza allo svolgimento dell'opera Sua ed ho la grande soddisfazione di legare il mio nome, il nome di mio padre, alla diffusione delle Sue opere, e voglio pur dirlo provo la soddisfazione, la grande soddisfazione, di chi lavorando sente di contribuire coll'onesto suo lavoro pure alla gloria della sua patria. Tutto questo io debbo a Lei. Grazie di tutto cuore." (21 agosto 1904) Questa pubblicazione fu recensita dalla «Rassegna bibliografica della letteratura italiana», Pisa, XII, 1904 [p. 341]. Nel suo commento il Carducci fra l'altro dà notizia di un commento anonimo e inedito della fine del Trecento, nel Cod. Magliabechiano CI. VII, 1152.