L'allegoria di Dante secondo Giovanni Pascoli Fuori commercio
Luigi Valli

L'allegoria di Dante secondo Giovanni Pascoli

  • 1922
  • Note: In 16°, pp. XIV-304. Dalla Prefazione: "Giovanni Pascoli scrisse dei suoi studi danteschi: "Essi furono derisi e depressi, oltraggiati e calunniati, ma vivranno". - Ho anche io la certezza che essi vivranno. Ma sono passati oramai parecchi anni da quando furono scritti e li circonda ancora molto silenzio e, ogni tanto, qualche scherno li sfiora. - Perché? - La ragione è assai semplice. Quei libri, si può dire che siano tuttora sconosciuti. - Pochissimi critici hanno mostrato di averne una cognizione vera e completa. L'enorme maggioranza del così detto gran pubblico non ne ha che qualche conoscenza vaga. I più di quelli che ne parlano con scherno e derisione non ne hanno letto se non qualche pagina. (...). - Quando ho pensato di scrivere queste pagine, il mio scopo non è stato né quello di discutere con i critici, né quello di inveire contro gli sghignazzatori. Ho voluto fare di meglio. Ho voluto provarmi ad aprire dei valichi nella siepe irta che recinge le interpretazioni dantesche del Pascoli, per modo che i lettori di buona volontà potessero passare attraverso e conoscere semplicemente, in forma riassuntiva, ciò che vi è in quelle interpretazioni di più sostanziale. - Ho voluto provarmi a ridire in poche pagine accessibili a tutti coloro che hanno una semplice conoscenza della Commedia, ciò che il Pascoli disse in quattro volumi che pochi hanno potuto seguire. (...). - Ma soprattutto ho voluto compiere un dovere verso la cara e venerata memoria di Giovanni Pascoli, preparando il giorno nel quale anche ai suoi studi danteschi, ardua e lunga e appassionata fatica di tanti anni, sarà resa quella giustizia che egli, pur fra tanta amarezza, attese sempre con così ferma fede (...).": LUIGI VALLI. "Fosse vero che Luigi Valli pensasse a pubblicare il volume che dice! fosse vero! Ma è che temo che lo dica e poi non lo faccia come è successo del grande commento che voleva fare il Siciliani. - Conosco benissimo Gigino Valli e lo stimo moltissimo come lo stimava Giovannino che l'aveva avuto per qualche anno anche scolaro di ginnasio, nel Collegio S. Giorgio di Livorno. Sarebbe proprio adatto a scrivere del suo maestro! - Ho visto in questi giorni una sua conferenza dantesca a Roma, nella quale rivendica l'opera su Dante di Giovannino. È magnifica! Se tale sarà il suo volume oh! sarà davvero un omaggio insuperabile. (...)": MARIA PASCOLI a OLIVIERO FRANCHI, Castelvecchio, 27 maggio 1921. - "(...) Mi scrive Gigino Valli esultante per aver saputo ch'io approvo il suo disegno e mi dice che si mette subito all'opera. Verrà qui o alla fine di questo mese o al principio di luglio per soddisfare un suo voto. (...)": id., Castelvecchio, 13 giugno 1921. "Ho lavorato intensamente al libro "L'Allegoria di Dante secondo Giovanni Pascoli" e spero proprio di poter compiacere al suo desiderio che il libro esca al più presto possibile, e in ogni modo nell'eco ancor viva del centenario. - Credo che per la fine del mese potrei mandarle una buona metà del manoscritto e l'altra metà entro settembre, salvo imprevisti.": LUIGI VALLI a OLIVIERO FRANCHI, Narni, 10 agosto 1921. - "Ho spedito ieri un numero del «Giornale d'Italia» con un bellissimo articolo di Enrico Corradini. Mandai giorni fa un numero della «Tribuna» con un altro bell'articolo di Maffei e, prima, una lunga nota del «Mondo» di Buonaiuti. In «Arte e Vita» è uscita una recensione molto buona del Bertoni. - Molta altra gente mi dice di star preparando articoli: Borgese per il «Corriere della Sera», De Ritis per il «Messaggero», Viola per il «Paese», Gabrielli per il «Giornale di Sicilia». - Per «Il Resto del Carlino», mi promise che ne avrebbe scritto Giuliano Balbino. - Tengo a farle sapere che il Galletti mi ha scritto una lettera entusiasta, dichiarandosi perfettamente convertito alle idee del Pascoli dopo la lettura del mio libro. Non potreste voi invitarlo in qualche modo a parlare della cosa? - Con mia grande soddisfazione ho avuto una lettera nella quale si riconoscono ora i meriti del Pascoli persino dal Rajna! Non parlo di numerosissimi entusiasti che ho trovato fra tanti altri studiosi (...). - Io ho finito in questi giorni il libro nuovo. Vorrei che fosse di un altro per poter dire francamente tutto il bene che ne penso (!). A parte gli scherzi, ho la sensazione che esso sia riuscito straordinariamente lucido ed efficace nella sua semplicità. Il titolo sarà: "Il segreto della Croce e dell'Aquila nella Divina Commedia" e la Casa potrebbe già annunziarlo.": LUIGI VALLI a OLIVIERO FRANCHI, Roma, 25 agosto 1922.