Paolo Ferrua
Il giusto processo
Seconda edizione
- 2007
Oggetto di contrastanti valutazioni, la riforma costituzionale del "giusto processo" ha rappresentato il passo necessario per superare l’interpretazione riduttiva del contraddittorio seguita dalla Corte costituzionale, che aveva di fatto vincolato il legislatore ad un modello di processo fondato sulla rilevanza dibattimentale di ogni dichiarazione segretamente resa nell’indagine preliminare. Il primo capitolo motiva questo assunto, ripercorrendo le travagliate vicende del nostro processo penale, a partire dalla svolta inquisitoria del 1992. Il secondo capitolo analizza i principi e le regole del "giusto processo", con particolare riguardo al contraddittorio nella formazione della prova, a buon diritto definibile la regola d’oro del processo penale. Alla direttiva costituzionale ha dato attuazione la legge 63 del 2001, negando valore probatorio alle dichiarazioni unilateralmente raccolte dagli organi inquirenti: il regime delle "contestazioni" nell’esame testimoniale, la "sottrazione" per libera scelta al controesame, l’irripetibilità sopravvenuta degli atti di indagine sono alcuni tra i temi qui approfonditi. Il terzo capitolo è dedicato alle scelte moderatamente restrittive del diritto al silenzio operate dalla medesima legge con la nuova figura del testimone "assistito". Il quarto capitolo esamina le modifiche introdotte nel codice di procedura penale dalla legge 46 del 2006: inappellabilità del proscioglimento, poi censurata dalla Corte costituzionale con sentenza 26 del 2007, colpevolezza “oltre ogni ragionevole dubbio”, estensione dei motivi di ricorso in cassazione, archiviazione “vincolata”. Il quinto capitolo si sofferma sulle prospettive di riforma della legislatura in corso.