David Lazzaretti, di Arcidosso, detto il Santo Fuori commercio
Giacomo Barzellotti

David Lazzaretti, di Arcidosso, detto il Santo

I suoi seguaci e la sua leggenda

  • 1885
  • Note: In 16°, pp. XI-322. Dedica: "Alla memoria di Carlo Hillebrand". "Accetto i patti ch'Ella mi propone e spero che la cosa andrà bene. Il suo pensiero di fare di quel mio lavoro un volume facilmente commerciabile e di minor prezzo, mi pare buonissimo, tenendo conto della qualità della materia. - Ripensando a quel che le dicevo quanto alla disposizione del volume mi pare che le "Corrispondenze" della «Rassegna Settimanale», già cominciata a stampare per l'altro mio volume sia adattatissima, per la breve Avvertenza che ho fatto per ricordare i fatti, a servire d'introduzione generale. - Ciò posto, loro hanno costì tutta la "Corrispondenza" che deve formare un foglio di stampa, dalla quale possono subito mettere mano al volume nuovo. - Dopo la "Corrispondenza" verrà il mio lavoro nuovo, manoscritto, che intitolerò "Una visita alla Torre di David Lazzeretti" (oppure "David Lazzeretti e i Lazzeretti"). Poi ci saranno i documenti che chiuderanno il volume. Se le tavole in legno potessero contenere almeno un autografo, ciò sarebbe credo una grande 'réclame' al volume (...): GIACOMO BARZELLOTTI a CESARE ZANICHELLI, Pavia, 24 maggio 1883. "Singolare, drammatica, oggetto dei più vari e contrastanti giudizi è stata sempre la figura di David Lazzaretti, il profeta di Monte Labbro, il cosiddetto 'Messia dell'Amiata'. - Su di lui si sono esercitati a spiegare il significato e l'importanza del movimento capeggiato da questo modesto barrocciaio di Arcidosso, storici di grande valore, scrittori, poeti. Dal Perrens, che chiamò il Lazzaretti "un Savonarola rustico dell'Ottocento", al danese Ramussen, all'olandese Shartan, dall'inglese Hutton, all'americana Caterina Hooker c'è stato tutto un gruppo di autori e studiosi anche fuori d'Italia che si sono interessati a questo curioso e impressionante episodio di pacifica rivoluzione spirituale che fu spenta nel sangue il 18 agosto 1878. (Perfino Maupassant se no occupò in un articolo del «Figaro»). (...) Giacomo Barzellotti scrisse in proposito un celebre libro che diffuse dappertutto la conoscenza del capo di questa effimera ed ormai estinta comunità religiosa che furono i 'Giurisdavidici'": ETTORE ALLODOLI, s.d. (ma 1943).