Dalmazia italiana Fuori commercio
Isidoro Del Lungo

Dalmazia italiana

  • 1921
  • Note: In 16°, pp. 70. Dalla Prefazione: "Alle mie parole in Senato contro il Trattato di Rapallo congiungo le testimonianze del mio longevo affetto per la Dalmazia: sentimento che la riverente amicizia mia giovanile con Nicolò Tommaseo suscitò, le progressive sorti dell'integrale unità d'Italia alimentarono, e che ben a dritto avevo sperato dovesse appagato riposare nel legittimo coronamento dei destini dell'Italia vittoriosa. - Il Tommaseo, repubblicano di San Marco, non fu annessionista, per nessuna delle regioni che il Regno d'Italia ha unificate. Non lo fu nemmeno per la sua Dalmazia. Di questa egli studiò con amore e volle coltivare le attinenze al sentimento e al linguaggio slavi, dalle quali anzi argomentava ed augurava, alla Dalmazia della sua mente e del cuor suo, possibilità di conciliazioni fra quelle genti e l'Italia. Ma le sue argomentazioni e l'augurio avevano appunto fondamento sulla italianità etnica e storica delle terre dalmatiche, da lui profondamente sentita, innanzi tutto, in sé stesso. S'egli avesse potuto vivere sino a vedere la vittoriosa integrazione della, fosse pure a lui meno accetta, unità italica del Regno, lungo la catena orientale delle Alpi; se della Dalmazia avesse egli veduto, come abbiam dovuto veder noi, posta in questione, dall'una parte l'accessione ai destini italiani, dall'altra il distacco, con lo emergerne all'Italia sull'Adriatico una cagione di debolezza e la minaccia d'un pericolo; si osi dire, ma solamente da chi non ha conosciuto quell'uomo, solamente da chi sconosce l'opera sua di pensiero e d'azione, che egli non avrebbe voluta anche politicamente italiana, e tutta italiana, la sua Dalmazia.": ISIDORO DEL LUNGO. " (...) Ora Le propongo io, non un libro, ma uno dei vostri attraenti zanichelliani minori, di argomento dalmatico; dirò meglio, di passione dalmatica. Mi chiedono da più parti, anche dall'altra tradita sponda, le parole da me dette venerdì 17 in Senato, e riferite, con qualche scorrezione nelle ultime linee, nel «Giornale d'Italia». Quelle parole io vorrei congiungere con altre mie brevi allocuzioni o scritture pur dalmatiche. - Ci potremmo zincotipare il Leone veneto di Sebenico, da me ricordato in Senato. Se le piace, in pochi giorni l'opuscolo è fuori. - Il titolo, se pure Le piace, potrebbe essere: "Pro Dalmatia" (...).": ISIDORO DEL LUNGO a OLIVIERO FRANCHI, Firenze, 23 dicembre 1920.