Atti delle Assemblee Costituzionali Italiane dal Medio Evo al 1831 Fuori commercio

Atti delle Assemblee Costituzionali Italiane dal Medio Evo al 1831

Serie I, Sezione IV: Parlamento friulano, a cura di Pier Silverio Leicht, Volume 1 (1228-1420), parte I

A cura di Pier Silverio Leicht
  • 1917
  • Note: In 4°, pp. CLXXXII-110. L'atto di nascita di questa importante pubblicazione storica va fissato al 16 marzo 1913. Il lavoro di preparazione e gli eventi della prima guerra mondiale protrassero la pubblicazione del primo volume degli Atti al 1917. Il 16 marzo 1913, presieduta da Luigi Luzzatti, si riunì una commissione composta di: Balzani, Salandra, Schupier, Stringher, dal senatore D'Ovidio, v. presidente della Reale Accademia dei Lincei e dal segretario generale comm. Mancini. Aperta la seduta il presidente invitò il prof. Leicht a fungere da segretario. "La Commissione, dopo aver udito un ampio discorso del suo presidente, il quale illustrò la proposta, da lui presentata alla Reale Accademia dei Lincei, di pubblicare gli "Atti delle assemblee costituzionali italiane dal medioevo al 1831" discusse il piano della raccolta, stabilendo che questa debba essere divisa in tre grandi serie: "Atti dei parlamenti o Stati generali e provinciali", "Atti dei parlamenti dell'età moderna", "Atti dei parlamenti e Consigli maggiori dei Comuni". Si stabilisce che le varie serie dei documenti debbano essere precedute da prefazioni che illustrino il valore storico-giuridico degli atti raccolti, e che la nomina dei collaboratori debba essere fatta dalla Commissione. - La Commissione stabilisce di recarsi, nei prossimi giorni, dai ministri della pubblica istruzione e del tesoro per chiedere al Governo che fissi con una legge una congrua dotazione alla Reale Accademia dei Lincei per l'attuazione della raccolta. Si chiama il prof. Leicht a far parte della Commissione, nominandolo segretario generale: si nominano membri della Commissione i signori comm. Montalcini, segretario generale della Camera dei deputati, e avv. cav. Alberti dello stesso ufficio.". Nel 1916 la Reale Accademia dei Lincei affidò alla Casa Zanichelli la stampa degli "Atti delle Assemblee Costituzionali". Gli scopi e i lineamenti della raccolta sono dichiarati dalle parole del Luzzatti con le quali propose l'impresa dell'Accademia dei Lincei. "Gli antichi parlamenti d'Italia ebbero in altri tempi illustri investigatori, Antonio Mongitore, Nicolò Palmieri, Carlo Calisse per il Parlamento siciliano, l'insigne Federico Selopis ed Emanuele Bollati per i parlamenti piemontesi, per il friulano Giorgio di Polcenigo, Prospero Antonini e ora Pier Silverio Leicht. La parte presa dal Parlamento siciliano ai rivolgimenti di quel Regno, i profondi dissensi economici, dei quali si fece eco il Parlamento friulano, la varia attività degli Stati Sabaudi basterebbero a dimostrare l'importanza di siffatte ricerche. Ma quel che più interessa è la indagine storica della nostra coscienza costituzionale, la quale limpidamente si afferma negli antichi parlamenti delle varie parti d'Italia. Uno studio coordinato metterebbe in rilievo le fulgide gesta native, spontanee, dell'attività costituzionale delle genti italiane, nei tempi di mezzo; darebbe il modo di esaminare le attinenze di quei parlamenti, non solo colle prerogative finanziarie, ma colle alte funzioni di diritto pubblico, che si esplicano persino nel diritto di petizione. E quanta vita costituzionale lampeggia anche nei grandi Comuni medioevali nostri, che erano dei veri Stati! - Ora noi proponiamo la pubblicazione di tutti i documenti di maggiore importanza, che si riferiscono all'attività parlamentare delle varie diete generali, nel Regno di Sicilia, a Napoli, negli Stati sabaudi, nel Monferrato, nel Friuli, nelle provincie dello Stato della Chiesa, nella Sardegna, ecc., ciascuna illustrata da opportune introduzioni. E se, dopo questa prima pubblicazione, 'opus magnum', degli Stati generali e provinciali si passasse ai parlamenti politici, quanta luce di gloria, di scienza finanziaria, di insegnamenti politici, di emancipazioni servili, nel XIII, XIV e XV secolo, non si sprigionerebbe? Con le repubbliche dell'Ellade e con l'impero di Roma gareggiano i nostri Comuni medioevali! E, per atto di esempio, le discussioni sulla politica finanziaria, sulla imposta progressiva a Siena e a Firenze superano, nella forma e nella sostanza, quelle di Atene. Così le pubblicazioni, che ebbi la fortuna di decretare, come ministro del Tesoro, sulla storia finanziaria dell'antica Repubblica di Venezia e degli Stati piemontesi, già valsero a restituire con maggior sicurezza all'Italia il primato nei congegni del credito pubblico, nelle felici conversioni dei debiti, per le quali precedemmo l'Olanda e l'Inghilterra. Un'altra iniziativa si dovrebbe raccomandare e a me la propone l'egregio Montalcini, che, mettendo in effetto l'alto pensiero del Presidente della Camera, l'on. Marcora, ha preparato e illustrato insieme ad Annibale Alberti i quindici volumi contenenti i documenti parlamentari del Risorgimento nazionale. Trattasi di richiamare alla luce dei tempi nostri, coi loro grandi insegnamenti d'indole nazionale e tecnica, gli atti delle Assemblee cisalpine e cispadane, quelli delle Assemblee di Venezia, di Roma e delle altre che, pur di vita effimera, mandarono lampi ai tempi redentori della rivoluzione francese; trattasi di illustrare le gloriose manifestazioni dell'Assemblea siciliana del 1812-14, della napoletana del 1820-21, nelle quali il Montalcini che le ha lette e meditate, chi scrive che le ha appena delibate, ravvisarono sensi di patriottismo altissimo e singolari attitudini nel governo dello Stato. I problemi economici e sociali più delicati vi trovano mirabili apostoli e iniziatori, e si connettono per diritto di priorità, come una virtù che risurge per li rami, coi Parlamenti del 1848 e del 1849. Per tal guisa l'anima politica italiana, nel Medio Evo, nei tempi nuovi della Rivoluzione francese, nelle magnanime iniziative dei riscatti sino al giorno del trionfo, ritroverebbe se stessa, in una mirabile continuità storica, la quale non sarebbe inutile all'onore e alla grandezza della Patria". La Commissione ordinatrice degli "Atti delle Assemblee costituzionali italiani" era composta di: Luigi Luzzatti (presidente), Francesco Schupfer, Paolo Boselli, Attilio Hortis, Matteo Mazziotti, Bonaldo Stringher, Luigi Rava, Nino Tamassia, Camillo Montalcini, Francesco Ruffini (commissari); Pietro Silverio Leicht (segretario generale); Annibale Alberti (vice segretario generale). A proposito di questi Atti va ricordato che all'inizio del nostro Risorgimento il piemontese avvocato Emanuele Bollati pubblicava a Milano, negli anni 1863-66, un'opera in vari volumi intitolata "Fasti legislativi e parlamentari delle rivoluzioni italiane nel secolo XIX". In tale raccolta furono largamente riuniti ordini, leggi e proclami dei governi rivoluzionari dell'alta Italia, della Toscana e del Veneto, e per quest'ultima regione vennero anzi pubblicati gli Atti parlamentari dal 3 giugno 1848 al 27 agosto 1849. Nello stesso tempo Carlo Colletta, nipote del celebre storico Pietro, dava fuori in Napoli (giovandosi delle stampe e dei giornali dell'epoca) il volume "Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana", 1799, pubblicati per ordine del Governo provvisorio; pubblicò anche "Diario del Parlamento nazionale delle Due Sicilie negli anni 1820 e 1821" ed infine le "Tornate della Camera dei Deputati del Parlamento napoletano nella sessione 1848-49".