ATLANTE DI DIRITTO PRIVATO COMPARATO Fuori commercio

ATLANTE DI DIRITTO PRIVATO COMPARATO

a cura di Francesco Galgano, con l'assistenza di Franco Ferrari

Prima edizione

A cura di Francesco Galgano
  • 1992
  • Note: "Questo è un manuale di diritto privato comparato, che differisce da ogni altro manuale della materia perché la comparazione giuridica si avvale dell'evidenza visiva delle carte geografiche. È dunque un atlante, che però differisce da ogni altro atlante consimile -come gli atlanti economici, storici e così via- per il fatto di essere un atlante giuridico, e probabilmente il primo esperimento di un atlante di questo genere. Le scelte tematiche delle carte, e dei relativi commenti, muovono da una preliminare considerazione. Il diritto privato comparato oggi non è solo materia attinente alla formazione culturale del giurista, come a questa attengono la storia del diritto o la filosofia del diritto o, nell'ambito della comparazione, lo stesso diritto pubblico comparato. Queste discipline hanno molteplici valenze: giovano ad una migliore e ad una più consapevole conoscenza del diritto positivo, danno il senso della sua relatività, dischiudono la mente alla prospettazione di alternative. Ma il diritto privato comparato ha una valenza in più (come può averla il diritto tributario comparato). È materia che attiene alla formazione professionale, e non solo culturale, dell'avvocato, del giudice, del notaio, ai quali non basta più la conoscenza del proprio diritto nazionale: la crescente internazionalità dei mercati e, conseguentemente, delle relazioni giuridiche esige il possesso, da parte loro, di sicuri elementi di orientamento entro i sistemi giuridici degli altri Paesi. L'internazionalizzazione dei mercati ha già modificato il senso comune dei giudici nazionali. Un tempo si riteneva che il principio "iura novit curia" valesse solo per il diritto interno: il diritto straniero, per i rari casi in cui il giudice nazionale era chiamato ad applicarlo, era considerato un fatto, che la parte interessata aveva l'onere di provare. Oggi la giurisprudenza ha mutato orientamento: il diritto straniero è diritto e non fatto, sottoposto anch'esso al principio "iura novit curia". In Messico questo principio è fissato addirittura dal legislatore. I confini politici dei singoli Stati non sono più, per il diritto straniero, una barriera pressoché invalicabile. Un tempo si riteneva che il limite dell'ordine pubblico, che impedisce l'applicazione del diritto straniero, fosse rappresentato dai princípi fondamentali del diritto interno. Oggi la giurisprudenza pone l'accento sul concetto di «civiltà giuridica affine»; e giudica applicabili norme permissive straniere, anche se contrastanti con norme proibitive interne, purché vigenti in Paesi di civiltà giuridica affine. Basti un ultimo esempio: la validità dei contratti atipici dipende dal giudizio di meritevolezza degli interessi perseguiti; ma questo giudizio, per i contratti a larga diffusione internazionale, viene pronunciato non con riferimento al diritto interno, ma anche in questo caso con riguardo all'ordinamento dei Paesi di civiltà affine, apparendo incongruo giudicare nullo un modello contrattuale che in altri Paesi di affine civiltà è considerato valido (questo è stato, in particolare, l'atteggiamento dei giudici italiani di fronte al contratto autonomo di garanzia). È l'internazionalità dei mercati ciò che dà carattere professionale, e non solo culturale, al diritto privato comparato. Perciò l'Atlante, dopo alcune tavole di orientamento generale, ha privilegiato i temi del contratto, della circolazione della ricchezza mobiliare, delle figure giuridiche del mondo degli affari, mentre altri settori del diritto privato (il diritto di famiglia, il diritto successorio, il diritto immobiliare) conservano un interesse prevalentemente nazionale." FRANCESCO GALGANO, dalla Prefazione.